mercoledì 14 ottobre 2009

I DIVINATORI DEI CRISTALLI

Tra le spire del tempo riposa una storia che non si deve sapere.
I custodi delle storie proibite sono demoni con zanne affilatissime, che pattugliano gli scrigni in cui esse risiedono. Vergate sopra antiche pergamene, corrose dal tempo ma pur sempre indelebili, attendono il giorno in cui qualcuno le rivelerà al mondo. Perché per quanto le si possa nascondere, per quanto le fauci digrignanti di mostri alieni vi stiano di guardia, queste storie desiderano uscir fuori.
In una terra di sogno chiamata Liberzia, vivevano molti popoli diversi tra loro. E come sappiamo tutti, le diversità fomentano insofferenze. Perché l’uomo è una creatura insicura, e galleggia nel mare del tempo senza nessuna direzione, come una medusa gelatinosa.
Il popolo più forte di tutta Liberzia erano i gli abitanti di Krystalos, una terra bellissima e ricchissima che si trovava ad est del grande continente. Erano i divinatori dei cristalli, e per questo si chiamavano Krysni. Indossavano vesti sgargianti, abitavano in palazzi lussureggianti, e tutti gli altri popoli li guardavano con rispetto e timore. I Krysni usavano la pietra dell’acqua per manipolare gli elementi e richiamare la magia. Avevano un grande potere, ed erano capaci di proiettare delle immagini su delle larghe lastre di vetro azzurro. Erano i vetri delle visioni, e tutti li trovavano sublimi, e li contemplavano per ore ed ore, sognando ad occhi aperti.
La terra di Krystalos era così stupefacente e meravigliosa che chiunque la mirasse, dal vivo oppure attraverso le immagini proiettate dai vetri incantati, rimaneva estasiato e voleva assolutamente diventarne parte.
Ma le meraviglie di Krystalos potevano essere mantenute solo dall’utilizzo sfrenato dei cristalli del potere. La terra era generosa e ne offriva in grande quantità, ma Krystalos diventava col tempo sempre più grande e magnifica, e di conseguenza richiedeva sempre più magia.
Venne il tempo in cui i Cristalli non erano più sufficienti a soddisfare le necessità del paese. Tanti erano i divinatori che si adoperavano per far risplendere le grandi città. C’erano palazzi che s’innalzavano fino a toccare il cielo, tutti illuminati di mille colori. Di notte era uno spettacolo a vedersi.
Nella capitale sorgevano due alte torri di madreperla, e queste erano le più alte di tutta Liberzia. Erano il simbolo ed il vanto dei Krysni.
Ma i governatori del paese erano molto preoccupati, e non sapevano come far fronte all’esigenza di nuovi cristalli del potere. Si riunirono un giorno attorno alla grande roccia rossa, che era il luogo in cui venivano prese le decisioni, e cominciarono a discutere sul futuro di Krystalos. Ma per il paese non c’era nessun futuro, se non si risolveva il problema dei cristalli.
Allora qualcuno incominciò a parlare di un paese lontano che si chiamava Miralia, una terra che si trovava dall’altra parte di Liberzia e che era abitata da gente semplice e misera. Era una terra perlopiù desertica di cui si sapeva poco, ma quello che si sapeva di certo era che vi erano grotte molto profonde stracolme di cristalli. I Miraliani non sapevano utilizzare il potere delle pietre, ma erano molto fieri delle loro grotte. In passato alcuni divinatori si erano spinti fino a quelle terre desertiche per rifornirsi delle magiche pietre, ma quello strano popolo non voleva assolutamente che nessuno toccasse i loro giacimenti.
Allora i potenti di Krystalos parlarono per molto tempo di questa cosa, e qualcuno iniziò a rimanere infastidito dal fatto che tutti quei cristalli non fossero utilizzati. Qualcuno pensò che i Miraliani fossero gente stupida, o che non amassero le meraviglie del loro paese. D’altronde anche loro potevano vedere attraverso i vetri delle visioni, e rendersi conto di quanto incantevole fosse la loro terra. Un governatore disse che erano gelosi. Un altro disse che erano malvagi. Un altro ancora disse che erano figli di demoni.
Così, di comune accordo, i governatori di Krystalos decisero che il modo migliore per porre rimedio alle loro necessità era quello di fare guerra a Miralia, ed impossessarsi di tutti i suoi cristalli.
Ma certo questo non poteva essere fatto senza una nobile giustificazione. Gli altri popoli non avrebbero mai accettato che Krystalos, per quanto meravigliosa, decidesse di fare guerra ad un popolo per depredarlo.
Così i governatori continuarono a discutere attorno alla roccia rossa, che rappresentava la fede, la verità e la giustizia per tutti i Krysni.
Nessuno lo disse, ma molti lo suggerirono. Nessuno accettò la totale responsabilità del piano, ma tutti se ne presero un pezzettino, quel poco che le loro coscienze potevano sopportare.
In una notte di luna piena le due grandi torri di madreperla vennero giù, e le immagini del disastro vennero riprodotte in ogni vetro magico di Liberzia. Tutti i popoli videro le splendide costruzioni crollare, uno spettacolo stupefacente e raccapricciante al tempo stesso.
Poi le pietre mostrarono i governatori di Krystalos riuniti attorno alla pietra rossa. Qualcuno piangeva le vittime del disastro, qualcuno imprecava rabbioso, qualcun altro diceva che solo il potere concentrato di molti cristalli avrebbe permesso un evento del genere. Poi venne detto che una condensazione di potere tale esisteva, oltre che in Krystalos, solo in un altro paese; Miralia. E anche se era risaputo che i Miraliani non usavano il potere dei cristalli, si sapeva anche che essi non guardavano di buon occhio le meraviglie di Krystalos. Anzi, molti addirittura le odiavano.
I governatori continuarono a parlare per tutta la notte, mentre le pietre mostravano di continuo le immagini delle torri crollare. Alla fine, anche se nessuno lo disse chiaramente, tutti si convinsero che i Miraliani erano gli artefici di quel disastro.
Non ci fu più bisogno di convincere gli altri popoli. Tutti quanti appoggiarono la decisione dei governatori di Krystalos, che mandarono mille grandi divinatori ad affrontare l’esiguo esercito dei Miraliani. I divinatori distrussero città, uccisero uomini, donne e bambini, incendiarono le biblioteche e i luoghi di culto, spianandosi la strada verso le meravigliose caverne piene di cristalli.
E fu così che Krystalos ritrovò il suo splendore. Vennero costruiti nuovi palazzi e nuove torri di madreperla. I popoli seguitarono ad ammirare le meraviglie di Krystalos attraverso i vetri delle visioni, e i Krysni continuarono ad utilizzare le pietre del potere per far risplendere le loro opere.
La guerra con i Miraliani fu presto dimenticata, e anche la terra di Miralia fu cancellata dalle mappe. Il ricordo di quel misero popolo è rimasto in questa storia, che i governatori di Krystalos hanno prudentemente consegnato alle spire del tempo, nella speranza che non venga mai narrata.
Ma una storia è come un fiore. Se lo copri, fará di tutto per trovare la via della luce.
Perché il destino di ogni storia è quello di essere raccontata.

GM Willo 2008

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